Quando mi è stato proposto di studiare un logo per l’Associazione “Maurizio Gervasoni”, ho subito pensato che il compito che mi accingevo a compiere era forse uno dei più impegnativi che mi fosse stato prospettato, soprattutto perché riguardava una Associazione dedicata a un carissimo amico scomparso. Da ormai più di 30 anni, svolgendo il lavoro di grafico, mi ritrovo a dover risolvere problemi di questo tipo e a trovare di volta in volta la soluzione più adatta. Soluzione che deve conciliare le legittime aspettative e richieste del comittente con l’immagine che concretamente prende forma nella mia mente fino alla realizzazione dell’opera creativa di cui devo essere sempre fermamente convinto.
Questa volta però temevo di non riuscire a trovare la soluzione giusta. Non nascondo di aver avuto all’inizio qualche difficoltà; sono infatti un eccessivo perfezionista del lavoro. Ho studiato differenti progetti, ma in nessuno credevo fino in fondo. Poi improvvisamente tutto mi è apparso chiaro. Maurizio Gervasoni amava profondamente il Mulino di Baresi, che, collocato in un luogo magico in riva al torrente e ai margini del bosco, faceva parte della tradizione della famiglia e della valle, ambiente da lui frequentato per passione e per lavoro. Solo antichi segni potevano sintetizzare questi legami e rappresentare l’Associazione che vuole essere interprete di questo spirito. Negli antichi geroglifici la lettera G è assimilata a un segno che mi piace leggere come del vecchio mulino, in cui è custodita una preziosa tradizione da proteggere e nello stesso tempo da far conoscere. Nulla poteva rappresentare meglio lo spirito di Maurizio che quell’antico segno assimilato alla M: un fiero volatile, frequentatore degli ambienti che lui amava, che ho posto quasi a protezione del “suo” luogo.
Ilario Zonca